Tre stelle, tanti locali e infiniti successi caratterizzano la vita professionale di Massimiliano Alajmo. Conosciamolo meglio!

Ha solo 28 anni quando ottiene le tre ambitissime stelle Michelin, diventando il più giovane chef italiano a raggiungere questo traguardo insieme a David Munoz, in Spagna. Figlio di una famiglia di ristoratori veneti, Massimiliano Alajmo gestisce insieme al fratello un impero gastronomico di ristoranti, bar e negozi. Conosciamo meglio la personalità di questo chef!

Massimiliano Alajmo
Massimiliano Alajmo

Chi è Massimiliano Alajmo

Massimiliano Max Alajmo nasce a Padova il 6 maggio 1974 (sotto il segno del Toro) ed è il figlio di una famiglia di ristoratori da cinque generazioni. Dopo aver frequentato l’istituto alberghiero ad Abano Terme, si fa le ossa in alcuni famosi ristoranti prima che la madre Rita ceda a lui e al fratello Raffaele le redini del ristorante Le Calandre da 1 stella Michelin. Qui, in breve, ottiene la seconda stella (nel 1996) e infine, nel 2002, la terza.

Come pesare la pasta
e il riso senza bilancia?

La filosofia dietro al loro cavallo di punta si riscontrano non solo nella cucina (di Massimiliano) e nel servizio (di Raffaele), ma anche nell’atmosfera. L’ambiente della sala è un’esperienza multisensoriale creata dai fratelli Alajmo in collaborazione con diversi artigiani italiani. I tavoli sono realizzati in legno di quercia di 300 anni, gli oggetti in vetro sono soffiati a mano, e tutti gli elementi, dai bicchieri alle posate, fino alle lampade, sono progettati per condurre i commensali in un viaggio attraverso i sensi.

Tra gli altri riconoscimenti ricordiamo il diciannovesimo posto nella classifica dei World’s 50 Best Restaurants 2017.

Gli altri locali e ristoranti di Alajmo

Sfruttando l’onda del successo, aprono Il Calandrino, un piccolo bistrot dove accanto alla cucina tradizionale è possibile degustare dolci e gelati e gestito dalla sorella di Massimiliano e Raffaele, Laura. Nella stessa via c’è anche in.gredienti, il negozio dove si trovano tutti i prodotti selezionati da Massimiliano e che vengono anche utilizzati nelle cucine del Gruppo, così come piatti di gastronomia fresca che si può gustare direttamente seduti ai tavoli del locale. Seguono Il Calandrino Tokyo, chiuso dopo tre anni, il Ristorante Quadri, il Grancaffè Quadri e il bistrot Quadrino, tutti e in Piazza San Marco a Venezia. Sempre a Venezia i fratelli Alajmo aprono AMO e, nell’Isola della Certosa l’Hostaria la Certosa.

In provincia di Treviso, all’H-Farm Collage, troviamo Le Cementine (incentrato sui prodotti dell’orto sostenibili) e AMOR, che si basa soprattutto sulla sua famosa pizza al vapore. Non può mancare poi il ristorante Alajmo Cortina a Cortina d’Ampezzo, Sesamo a Marrakech e, ultimo ma non meno importante, Caffè Stern a Parigi.

Cosa accomuna tutti i locali degli Alajmo? La ricercatezza delle materie prime; menù diversi in ogni stagione; costante ricerca del dettaglio non solo in cucina ma anche nel design dei locali.

Quanto costa mangiare a Le Calandre di Alajmo

Il menù del ristorante da 3 stelle Michelin cambia solitamente annualmente, ma dipende anche dalla disponibilità e stagionalità delle materie prime.

Si articola in 3 percorsi degustazione: “Classico”, “Max” e “Raf”. In alternativa gli ospiti possono anche creare il proprio percorso personalizzato da 3,4 o 5 portate che possono scegliere alla carta. Tutti e 3 i menù degustazione vengono 280 euro a persona, bevande escluse. Tra le proposte del menù degustazione è possibile selezionare 3 portate a 180 euro a persona, 4 portate a 220 euro a persona oppure 5 portate a 250 euro a persona. Se si desidera, infine, scegliere una selezione di formaggi dal carrello il costo è di ulteriori 20 euro a persona per la selezione piccola, o 40 per la grande.

Massimiliano Alajmo: moglie e figli

Della vita privata delle chef si sa davvero poco. Solo un accenno nella prefazione un suo libro lascia intendere che è sposato. Lei, la sua anima gemella, si chiama Mariapia ed è di origini calabresi.

Ne parla sempre in riferimento a un suo piatto, il risotto zafferano e polvere di liquirizia:
“Dedicato a Mariapia, mia moglie, e alla sua terra, la Calabria. La radice e il fiore, rappresentati dalla liquirizia e dallo zafferano, congiungono le parti più estreme della pianta: l’una bassa, profonda e nascosta, l’altra alta, seducente e luminosa. Quasi fosse un dialogo tra gli opposti: l’origine e la crescita, la nascita e la rinascita” – tratto dal libro In.gredienti.

Non sappiamo se dalla loro unione siano nati dei figli, ha tuttavia sicuramente tre nipoti: Giovanni Vittorio, Giuditta e Sofia, figli di suo fratello Raffaele. Giovanni ha seguito le orme di famiglia e lavora insieme al padre e allo zio come sommelier.

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3 curiosità su Massimiliano Alajmo

• Il suo piatto simbolo è il Cappuccino di seppie al nero, servito in una tazzina di vetro e simile in tutto e per tutto al classico cappuccino.

• Il libro In.gredienti, scritto a due mani insieme al fratello, è stato nominato Gourmand World Cookbook Award nel 2007.

• In tutti i suoi locali è possibile degustare la pizza al vapore, marchi brevettato di un impasto leggero, preparato con poco lievito e cotto con la forza del vapore.

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ultimo aggiornamento: 03-05-2019


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